Vertice Nato in Galles su Ucraina e Isis: «Se l'Iraq chiede aiuto siamo pronti»

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    www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/ESTE...ie/878453.shtml

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    La crisi ucraina, i rapporti con Mosca e il peso dell'Alleanza atlantica nell'est europeo e i terroristi dell'Isis sono al centro del summit della Nato a Newport, in Galles. Anche il premier Matteo Renzi è arrivato a Cardiff per il vertice Nato. Renzi parteciperà oggi alla riunione sull'Afghanistan prevista per le 13, e alla commissione Nato ucraina, alle 16.45, insieme ai leader dell'Alleanza Atlantica. In serata è prevista al Castello di Cardiff la cena del Consiglio Atlantico. Lo accompagnano il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, nominata Alto Rappresentante della politica estera europea, e il ministro della Difesa Roberta Pinotti.

    La Nato «non ha ricevuto alcuna richiesta di impegno» in Iraq, ma «sono sicuro che se il governo iracheno presentasse una richiesta di assistenza della Nato, gli alleati la valuterebbero seriamente». Lo dice il segretario generale Anders Fogh Rassmussen, ricordando che fino al 2011 l'Alleanza aveva una missione di addestramento e che se Baghdad chiedesse di riprenderla anche questa verrebbe valutata seriamente.

    L'Ucraina verso il cessate il fuoco ​Il presidente ucraino, Petro Poroshenko, potrebbe ordinare il cessate il fuoco domani. Lo ha detto lo stesso Poroshenko al summit della Nato a Newport, nel Galles. «Domani pomeriggio ordinerò alle forze armate il cessate il fuoco» con i separatisti delle regioni dell'Est, «se ci sarà l'incontro» previsto a Minsk, in Bielorussia, ha spiegato.

    Washington e Londra «non esiteranno nella loro determinazione a far fronte all'Is». A scriverlo sono Barack Obama e David Cameron in un intervento congiunto sul Times. «Paesi quali la Gran Bretagna e l'America non si lasceranno spaventare da killer barbari». Nel loro articolo i due leader scrivono che coloro che chiedono l'isolazionismo «hanno frainteso la natura della sicurezza nel 21mo secolo». «Gli sviluppi in altre parti del mondo, in particolare Iraq e Siria, minacciano la nostra sicurezza a casa», sottolineano il premier britannico e il presidente americano.

    «E' un vertice cruciale in un momento cruciale» perché «le condizioni della sicurezza sono cambiate drammaticamente», ha detto ancora il segretario generale dell'organizzazione. La Nato «accoglie favorevolmente tutti gli sforzi per una soluzione pacifica in Ucraina» ma «quello che conta è quello che davvero succede sul terreno» e dopo «il cosiddetto piano di pace» tra Putin e Proshenko «purtroppo stiamo ancora assistendo il coinvolgimento della Russia nella destabilizzazione della situazione nell'est», sottolinea Rasmussen, ribadendo l'appello a Mosca a ritirare le truppe dalla frontiera e a fermare il flusso di armi e combattenti.

    Ci sarà anche il presidente ucraino Petro Poroshenko per un incontro a sei prima del summit. L'Italia sosterrà la linea del dialogo. Barack Obama e David Cameron intanto richiamano gli alleati alla fermezza, anche contro i jihadisti dell'Isis. Oggi le nuove sanzioni dell'Ue a Mosca.

    I leader di Stati Uniti, Francia, Italia e Germania incontreranno il presidente ucraino prima dell'inizio del vertice della Nato. Nell'incontro, un chiaro segno per ribadire il sostegno dell'Alleanza a Kiev, Poroshenko illustrerà ai leader gli ultimi sviluppi nei negoziati con Vladimir Putin per il cessate il fuoco.

    Il messaggio di Obama al Cremlino intanto non lascia dubbi: «I confini non possono essere ridisegnati dalla canna di una pistola». Il presidente americano lo lancia da Tallin, ad appena 300 chilometri da San Pietroburgo. L'Estonia è paese Nato al confine con la Russia. Con il 30% per cento della popolazione che parla russo. Lì, come in Lettonia, Lituania, Polonia e in tutto l'est, i fantasmi del passato impero sovietico rievocati da Putin sono vivi. Ed è lì che Obama è sbarcato in Europa ieri alla vigilia del vertice Nato che tra oggi e venerdì in Galles dovrà riscrivere il futuro dell'Alleanza Atlantica. Venticinque anni dopo la caduta del Muro, torna la Guerra Fredda.

    Uno dei principali obiettivi del vertice, dove i leader dovranno riflettere anche come combattere l'orrore jihadista in Iraq e come evitare che l'Afghanistan non riesca a diventare un normale paese sovrano dopo la mezzanotte del 31 dicembre quando si concluderà la missione di combattimento Isaf, sarà quello di decidere la «strategia di lungo termine per rendere sicura l'Europa con questa Russia». Lo spiegano alti funzionari della Nato, che non hanno mezzi termini per definire il rapporto con la Russia: «Non è più un partner». Era il partner strategico numero uno, l'unico sempre presente nelle ministeriali. Invece ora «Mosca ci considera un avversario», è l'amara constatazione.

    Ed esprimono il dubbio che la strategia del Cremlino sia partita da lontano: «Guardando indietro nel tempo, ci rendiamo conto che sembra che Putin abbia preparato questa situazione negli anni». La situazione attuale in Ucraina «è il frutto di un lungo sviluppo» che comprende anche l'invasione della Georgia.

    «Ma se Putin aveva paura che l'Ucraina o la Georgia entrassero nella Nato, ha ottenuto l'effetto contrario...», aggiungono. E la risposta dell'Alleanza sarà il via libera al nuovo piano d'azione (Rap)
    che comprende la creazione di una forza di intervento immediato con carri armati, aerei, navi e logistica già pronte in cinque basi dell'est. Potrà intervenire in 48 ore. Servirà non solo per l'est europeo, ma anche per il fronte sud, assicurano alla Nato.

    Ma l'invasione della Crimea ha innescato la macchina del tempo. La Nato ha ritrovato il vecchio avversario. «Non accetteremo mai un'occupazione da parte della Russia e un'annessione illegale della Crimea o di altre parti dell'Ucraina», scandisce Obama, che aggiunge: «Gli Stati Uniti difenderanno sempre i loro alleati della Nato. E questo significa ogni alleato». A Kiev promette anche aiuto per la penuria energetica ma a tutti gli europei garantisce che gli Usa «lavorano per rafforzare la sicurezza dei nostri alleati e per aumentare ulteriormente la presenza militare dell'America in Europa».

    Gli alleati tuttavia dovranno mettere mano al portafoglio, perchè non è accettabile che tanti spendano così poco. Gli europei dovranno tornare a impegnare il 2% del pil in spese militari. Per molti, a
    cominciare dall'Italia, un obiettivo difficilissimo da raggiungere. Ma, come diceva il segretario generale Rasmussen lunedì, «il mondo è cambiato».

     
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